mercoledì 31 dicembre 2008
Quando un anno finisce...
Come si festeggia un capodanno? Prima cosa, sia chiaro, non cambia niente, è solo il giorno dopo il giorno prima. Fine. Secondo, sia chiaro, ci siamo divertiti molto di più il 3 aprile o il 13 dicembre, senza guardare che ora era, anche mangiando solo yogurt e frutta, oppure il 7 marzo, il 24 ottobre, il 25 novembre, serate qualsiasi....Quindi la sera del 31 comincia con il discorso del Presidente della Repubblica, sempre, da anni, anche quando ero piccolo, sempre visto, anche oggi, poi chiamo Taddeucci e che gli dico? “equilibrato”: da millenni il discorso del Presidente è equilibrato, solo una volta ho detto “ammàzza, forte!”, era Pertini, quando riconobbe i ritardi degli aiuti ai terremotati, ma quello quando lo risenti? Poi si esce, vestiti normali, normali: è una serata come le altre, solo più brutta e triste, quindi vestiti normali. Non parlo con nessuno che intuisco avere le mutande rosse, a meno che non sia una coniglietta di Playboy che l’ha dovuta mettere per lavoro, visto che era nella torta di una festa cui non parteciperò mai peraltro, quindi... Però è vero che quando un anno finisce si pensa sempre a cosa ci lasciamo dietro le spalle, e si dice una frase sola di augurio: “speriamo bene, speriamo in meglio...” ma siccome siamo tutti vigliacchi, ingrati, e paurosi, in realtà noi speriamo che vada sempre e soltanto meglio, anche se l’anno che si sta concludendo è andato benissimo. E quindi sarebbe più onesto fare un bilancio dell’anno appena passato cercando di pensare a quelle due o tre cose che rimangono. Un amore nato e finito o forse mai iniziato, un rimorso oppure un rimpianto, molto probabilmente una sequenza di errori senza fine, e magari un paio di colpi assestati bene nel lavoro, un amicizia recuperata, e una persa per sempre, una serata che sembrava non finire mai e una che invece è durata troppo poco...
La realtà netta è che ci lasciamo dietro un anno di vita: quando sfogliamo un album di foto notiamo quanto eravamo fichissimi 20 anni fa senza avere la coscienza di esserlo, io vi dico che vale la pena pensare a quando lo sfoglieremo tra altri ventanni e quindi sapere che oggi siamo fichissimi e non ce ne rendiamo conto, quindi comportiamoci da tali. E stupiamo tutti allora, tanto è l’ultimo dell’anno, le difese saranno abbassate, possiamo fare una cosa pazza sapendo che saremo eventualmente perdonati, e quindi non faremo mai una pessima figura: dobbiamo fare la telefonata che ci pesa di più e chiamare tutti quelli con i quali abbiamo un problema in sospeso, e gli diciamo che confidiamo di risolverlo nell’anno prossimo con tutta la nostra volontà! E basta, niente sms a nessuno, tanto verranno ricevuti domani mattina alle 6 e quando verranno letti saranno fuori contesto perché l’effetto alcool è finito! E ricordatevi che la cosa più bella del 31 dicembre è che tra poco sarà comunque il primo gennaio! Auguri!
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4 commenti:
due giorni a caso: 24 ottobre e lo sappiamo; il 7 marzo per Tad e per bianca...
ciao stefania buon anno
saggezza con un retrogusto leggermente amaro, come deve un buon vino da stappare l'ultimo dell'anno. Che i buoni propositi per l'anno venturo possano ricevere da noi stessi la forza di diventare fatti e non restare inutili parole di cui l'aria è sin troppo piena.
un augurio sincero, con affetto e riconoscenza.
fabrizio
Bello! Un po' triste ma bello! (parlo di tutto il blog, in generale...). Buon Anno!
ma sei dannatamente adorabile. me lo devo leggere tutto questo blog.
a Milano ci passi qualche volta? :(
Alessandra
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