domenica 28 giugno 2009
Stop if you got enough.
Questa foto parla di due uomini, quello a destra è morto l’altro ieri, quello a sinistra vivrà nei nostri cuori in una vecchiaia che non ha mai conosciuto.*
Parliamo di quello a destra. Il suo notaio, non dormirà la notte nella speranza che probabilmente nessuno chiederà il rimborso dei biglietti per i concerti non tenuti di Londra (forse sarà l’incasso più alto mai avuto al mondo per uno show chiuso per lutto) pur di avere in mano l’ultima reliquia di Michael Jackson, e questo servirà a pagare qualcuno dei 500 milioni di dollari di buffi lasciati in eredità. Oltre a una montagna russa che presto verrà mangiata dal muschio insieme a tutta quell’altra paccottiglia di Neverland, che l’uomo a destra si era comprato per illudersi di avere ancora un’infanzia per giocare.
Parliamo di quello a sinistra. Quando il 13 ottobre del 1979 una vocetta assurda squarciò l’aere del Much More, la discoteca tempio di Roma, con “Don’t stop ‘til you get enough”, Michael Jackson per me non era nessuno, nemmeno un fratello di qualcuno e tanto meno un figlio di un maniaco violento. Ma quel disco “Off the wall” ha cancellato tutti i miei dischi di musica classica JOKER da £. 1200 (fa impressione il simbolo della lira, ve’?), e gli altri due che avevo “Hotel California” degli Eagles e “Oldies but Goldies” dei Beatles. Solo col tempo ho capito che dietro quei due accordi (Si e La) semplici e ripetuti un’infinità di volte c’era quello che, oggi che è morto, si può finalmente dire: un genio. Purtroppo una vita (che nessuna persona al mondo sana di mente vorrebbe provare) sugli altari lo ha fatto diventare talmente imbecille da prendere a pretesto un incidente sul set della Pepsi per andare sui tavoli operatori come noi andiamo al bar.
Un uomo che a dispetto dei suoi assurdi impegni è riuscito a venire a Roma, convocato dai pretori di Piazzale Clodio, per rendere conto di come diavolo avesse mai potuto ascoltare una sola volta in vita sua “I cigni di Balaka” di Al Bano per poi copiarla pur di non pagarne i diritti, uno che li ha comprato di tutte le 185 canzoni dei Beatles! Fred Astaire, parole sue, disse che ballava meglio di lui. Sophia Loren a Roma, prendendolo per mano a Villa Taverna lo portò a casa sua per fargli la pizza. Martin Scorsese gli ha diretto il video di “Bad”, John Landis di “Thriller”. Il mio amico Quincy Jones gli ha arrangiato i suoi primi tre album.
Mi piacerebbe ricordare solo quello a sinistra nella foto.
* elaborazione di Jacko a 50 anni se non si fosse fatto i giri nelle sale operatorie.
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5 commenti:
...e perchè mai solo quello a sinistra nella foto?
una persona - qualunque persona - va amata, se la si vuol amare, in toto...non per selezione fotografica.
ho sempre pensato che una icona è tale proprio perchè NON perfetta e la gente continua a chiedersi "why him/her?"
non sono una fan di jackson - ne della sua musica e meno che mai della sua persona - però riconosco quando qualcosa o qualcuno è autentico e lui lo era. nel suo insieme.
...e poi....billy jean piaveca anche a me.
Ancora con questa storia che Michael non sarebbe diventato l'icona che è (apposta il presente indicativo) se non avesse, lui stesso, procurato al suo corpo le infinite metamorfosi che tutti conosciamo!!!|. E' vero che ci ha fatto comodo che Caravaggio sia stato il delinquente a tutti noto, forse ora non staremmo ad ammirare le opere giunte persino a La Valletta (Malta).
Forse, però, se Michael fosse ancora qui, sarebbe quel bel signore della foto di sinistra e ancora potremmo andare a sentirlo cantare e a vederlo ballare, e a me piacerebbe davvero!
Ciao Jacko!
stefania
volevo dirti che se vogliamo dirla tutta albano ha copiato un canto del 1700 ( mi sembra) e poi sempre albano perse la causa. tutta invidia voleva forse scroccare un pò di soldi a M.Jackson.. vogliamo poi parlare di tutti gli altri successi del re del pop?
poi che era mezzo complessato non abbiamo dubbi ma d'altronde tutti i geni si sono distinti per la loro pazzia o stranezza..
un'altra cosa fred astaire balla il tip tap..bravissimo ma sono due modi di ballare molto diversi.
ciauz
Più passano i giorni, più ne sento parlare, più rimango incredula, più mi dispiace e più provo tenerezza. Per lui e per la serenità che non ha mai avuto.
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