lunedì 31 agosto 2009

My beautiful laundrette


Il rientro dalle vacanze (solo i direttori del personale sono autorizzati a chiamarle ferie) vede, protagonista per un giorno, una macchina che sta in casa nostra da quando siamo nati e che ci aspetta silenziosa e devota come sempre: la lavatrice. Non è solo l’elettrodomestico che lava i panni, è un’amica che ci fa sentire meglio come dopo una chiacchierata piena di confidenze arretrate, proprio come quando non vedi un amico da tempo e vuoi aggiornarlo sugli ultimi “eventi” della tua vita. Quando torniamo e chiudiamo la porta di casa, (consiglio di sabato, in modo da passarci tutta la domenica) ci buttiamo addosso a lei in un tenero abbraccio e la stiviamo di tutto il lordume come se Manzoni sciacquasse di nuovo in Arno “I promessi sposi”. E via, giù con tutti i ricordi dell’estate, la macchia di sugo del goulash, il sudore delle escursioni, il catrame della spiaggia, il grasso dei pneumatici del motorino, della macchina, della bici, il sale del mare sui costumi, l’erba del prato dove avete giocato a calcetto, la terra rossa della partitella a tennis persa contro uno dell’albergo che poi vi ha offerto l’aperitivo per consolarvi, l’ovatta mista al Compeed nei calzini per proteggere le vesciche, la cioccolata dei Loacker, le piccole schegge di legno della capanna dove una ragazza vi ha spinto per darvi il bacio che non dimenticherete mai...
Come l’Imperatore Adriano rifaceva lui stesso il letto pur di non vedere quelle lenzuola gualcite, “turpi testimonianze dei nostri incontri con l’ignoto, prove che ogni notte non siamo già più”, così noi ci sentiamo meglio alla vista di quello stendino dove appesi in buon ordine ci sono lacoste, camicie, pantaloni, magliette, mutande, calzini, tutto pulito e tutto finito, come le vacanze.

PS: se facendola, vi mettete sotto “Child of Vision” dei Supertramp vi sentirete degli eroi, non so perché...

domenica 16 agosto 2009

Un ferragosto


Ferragosto. Ore 0630: sveglia, senza cellulare. Di corsa in costumeria per vestirsi, le ragazze non ricordo, noi da tuareg, trucco blu in faccia per tutto il giorno, con uno straccio addosso anche sulla testa. Caffè a tutti i clienti nelle 300 stanze, alle donne una rosa. Tutto il giorno accampati nelle tende a fare finta di essere tuareg, offrendo te caldo alla menta che, notoriamente, raffresca, anche a 40 gradi all’ombra, non lo voleva nessuno, oppure a vendere paccottiglia della boutique, che non voleva nessuno, i soliti giochi per l’aperitivo, per il caffè, sempre con il costume addosso e il trucco che lentamente cala rilasciando un odore pauroso... Si fa pomeriggio mentre con la juta avvolgo una scritta di 14 lettere di ferro non so come...
Alle 19 una tregua per una doccia blu che lava via quel poco trucco rimasto misto a sudore, si ricomincia con il buon appetito al ristorante, forse non più mascherati, la cena, lo spettacolo serale. Vado a dare fuoco alla scritta di ferro con la nafta e, puzzolente, torno in spiaggia dove nel frattempo hanno dato fuoco a una catasta alta 6 metri di cassette di frutta, tutti i clienti a guardare questo rogo finale. Io piango dalla stanchezza, un signore di Milano mi dice:
- Bello il fuoco, ve’?
- Si...
- Pensa: ancora oggi non riusciamo a spegnerlo in un palazzo alto più di 4 piani!
Era un vigile del fuoco in vacanza al Villaggio Valtur dell’isola di Santo Stefano, arcipelago della Maddalena, Sardegna, Italia, 1983. Io ero animatore di contatto.

giovedì 6 agosto 2009

Reset


C’è un comando su molti dispositivi elettronici che mi piace molto: “reset” che ripristina le impostazioni originali di un telefonino, di un palmare, di un Mac, di un blackberry... perché il default ha un suo perché, nel senso che per la fabbrica che lo produce “VA BENE COSI’!” E io non lo cambio, apposta: sono convinto che Steve Jobs sulla scrivania del suo Mac mette “aqua blue” e non la foto del chirurgo che lo ha operato e salvato, o la foto della moglie; così come il presidente della Nokia si tiene quel “Nokia tune” della suoneria e non mette “Ring ring” o le voci di una volante della polizia (l’ho sentita su un blackberry!). Quindi anche se per divertimento si è giocato un po’ troppo c’è sempre la possibilità di rimettere TUTTO A POSTO con un solo comando. Mi piacerebbe anche nella vita:
Annulla ultima modifica? “Ok fatto!”
Cancella ultima formattazione? “Va bene!”
Ripristina ultima digitazione? “No!”
Sei sicuro di voler svuotare il cestino? “Sicurissimo!”
Perderai tutti i dati... “Non importa! Cancella subito!”
L’azione è irreversibile... “Cancella tutto subito!”
Elimina immagini? “Certo, di corsa!”
Reinizializzo tutto? “Sì!”
L’operazione è irreversibile... “Ok!”
Perderai tutti i dati... “Ottimo!”
Cancello ultima importazione alla quale sembravi tenere tanto? “Butta tutto!”
Reiposto tutto dall’inizio come se non fosse sucesso nulla? “Sì, ti prego!”
Riformatto il disco dall’inizio? “Ok!”
Agosto, arrivo: sono un hard disk vuoto.