martedì 22 settembre 2009
Ricomincia la scuola
Non so perché ma la scuola non comincia, ricomincia! Sempre, puntuale come una cambiale. Solo una volta nella vita puoi dire “Domani comincia scuola” ma siccome hai solo 5 anni, non ti ricorderai mai nella vita di averla detta. Invece con il fatto che ricomincia devi riprendere in mano quello che oggi si chiama corredo. L’astuccio: la matita, la penna bic, bella oggi ieri e domani, la gomma da cancellare per matita, piena di buchi fatti con la medesima, sporca lercia che macchiava il foglio facendo peggio. Mai come la gomma esagonale per la penna, che il foglio lo bucava, soprattutto per i primi esercizi di scrittura quando le nostre manine spingevano sul foglio con una forza disperata nel vano tentativo di dare una forma a quelle stanghette e curve di consonanti e vocali, una forza di 10 tonnellate che urlava “IO SO SCRIVERE”. La cartella con due libri, quello di letture e il sussidiario, e basta! Se oggi si sapesse a memoria il sussidiario, e soltanto quello, vinceremmo tutte le sere da Jerry Scotti al Milionario senza nemmeno l’aiuto da casa. Fazzoletti di carta che si prestavano a tutti in classe, le forbici con la punta arrotondata, servivano per il collage, ma in realtà anche a tagliare il fiocco di quello più antipatico. Le matite colorate Giotto, di quel legno dall’odore struggente (le ho ricomprate uguali per piangere di nostalgia sniffandole), ma soprattutto la colla dalla formula segreta come la CocaCola, la COCCOINA! Quella scatola rotonda di alluminio con il pennello più cool del mondo al centro nel suo buchetto. Tirandolo in faccia a tutti (il barattolo) e facendo delle palline che rinforzavano i pezzetti di carta ammorbiditi dalla saliva nelle cerbottane della Bic, facevamo le prime prove di seduzione tirandole nei capelli lunghi e biondi della più carina della classe. Tutto completato da un democratico grembiule blu, tutti uguali e sotto vestiti Postal Market, non siamo mai stati più belli e teppisti in quelle foto di classe.
Tornando a casa, era finita la giornata, con 4 stupidi compiti da fare, le mani piene di sbaffi delle penne, le molliche della gomma sul grembiule, sporchi di coccoina, sudati, stravolti, eroi per un giorno, 9 mesi all’anno, ma per tutta la vita: perché se è vero che gli esami non finiscono mai, “la scuola” ricomincia ogni mattina.
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4 commenti:
Mio Dio, io i pastelli li compro ancora oggi... ufficialmente li uso per sottolineare i libri.. poi ci scappa l'aiutino ai cuginetti per colorare insieme. Comunque in prima elementare ero contenta di andare a scuola... già in seconda ci stavo ripensando!
Io a scuola avevo un'amico che la coccoina la mangiava !!!!!
... e vogliamo ricordare il Vinavil spalmato sul dorso della mano e, una volta fatto asciugare, tolto come se fosse una seconda pelle?
giustissimo M Grazia, anche quello poi diventava un perfetto proiettile!
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