martedì 17 novembre 2009
Otto e un quarto la sera
Questa sera sei solo. Te ne sei reso conto da poco, come se sentissi freddo all’improvviso. Cerchi un maglione, te lo metti svogliatamente, e ti sembra di stare meglio, ma non è vero: una vampa d’ottimismo che dura un cerino. Scarrelli col telecomando sulla tele. I soliti quiz, sei milionario da anni anche se con i soldi del monopoli.
Che facciamo stasera? Apri il frigo, lasciamo perdere. Apri il freezer, lasciamo perdere. Torni di là. Prendi il cellulare e cominci in ordine alfabetico a chiamare tutti quelli soli come te, uomini e donne, è uguale, hanno tutti da fare, e che è? Tutti organizzati, m’avesse chiamato qualcuno, li possino... La sequenza dei nomi è la stessa da anni, a qualche nome cambi posto, qualcun altro lo cancelli, ma quei numeri, come li metti li metti, stasera non ti dicono niente.
Visto da fuori ti fai pena. Com’è possibile ridursi così? Che facciamo stasera? Dài, un bel libro e passa la paura... Non ti va, magari un film in dvd, li compri e non hai mai il tempo di vederli, stasera è la sera giusta: come li tocchi e li vedi con il cellophane t’intristisci e pensi ai soldi buttati, quei film non li vedrai mai.
Ti cambi per la sera a casa e ti metti una felpa, ma ti ricordi di lei, di un’amica tua. La chiami al suo numero di casa dal tuo numero di casa perchè non ti va di trovarla fuori. Miracolo: risponde, sì, è a casa stasera, no, non esce, non le va e ti chiede:
- Che fai, vieni?
Quasi urli dalla gioia accettando l’invito.
Ti cambi di nuovo, anzi no, hai fretta ed esci finalmente da quella trappola che è diventata casa tua, sali sul motorino e guardi le stesse vie che attraversi tutti i giorni, c’è ancora l’alimentari aperto, dentro una donna fa la spesa prima di tornare a casa dalla sua famiglia, tu compri un prosecco e chiedi se per caso ce l’hanno freddo, lei ti guarda, chissà che s’immagina, tu ti senti in colpa e non la guardi più. Quando esci la saracinesca si sta abbassando alle tue spalle, senti il rumore ma non ti giri, c’è qualcuno che ti aspetta. I palazzi che ti scorrono accanto hanno tutti le luci accese e dentro quelle finestre t’immagini le loro vite così diverse dalla tua.
Al citofono lei ti apre il portone senza chiedere chi è. Fai le scale a piedi.
La porta è aperta, chiedi permesso, lei ti urla “vieni, vieni...”
È in cucina, tu entri, lei ti sorride.
Stasera non ti spari, domani vediamo...
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5 commenti:
bellissimo!
stefania
I like it!
BELLO.
Fabrizio
... l'importante è che quel sorriso non le si smorzi sulle labbra e non dica "....ahhhh, 'QUEL' Riccardo..." ...
... nascondete le pistole ...
...pensa alle persone in coppia che neanche potrebbero uscire così all'ultimo momento!!! quella si è una tristezza!!!
DANI
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