mercoledì 14 aprile 2010
Elogio del vecchio
Se per vecchio intendiamo quell’uomo che ha i pantaloni di velluto un po’ andati, il pullover con due macchie, i capelli bianchi e le mani grosse e un po’ curve, è proprio di quest’uomo che vi voglio parlare.
Perché io l’ho guardato bene e ho visto gli occhi: erano due carboni accesi, di brace ardente. Ho visto che sembrava sordo e invece sentiva tutto quello che voleva e tutto quello che gli serviva. Ho visto che aveva un olfatto che pescava direttamente nella memoria degli anni passati e ricollocava tutto perfettamente nel tempo come un orologiaio che rimonta un meccanismo.
Gli ho visto fare un sorriso a una ragazza che poteva essergli nipote, un sorriso che noi non sappiamo ancora fare, e che forse non riusciremo mai...
Ho visto che si muoveva con l’accortezza di un gatto che non vuole perdere un neurone che è uno, per fare un movimento superfluo ma di cui, per sfizio, non voleva privarsi.
L’ho visto mangiare lentamente perché è una vita che mangia tre volte al giorno e del cibo non gliene frega più niente...
E quando un amico mi ha chiesto “vediamoci, porta due amiche tue” io gli ho detto che frequento solo vecchi, perché loro mi fanno le domande e invece alle ragazze non gliene frega niente delle cose che ti piacciono e che ti fanno sentire te stesso senza pudore. Perché io visto questo vecchio che amava ascoltare le ingenuità che gli raccontavano, senza rimproverarle, ma capendo e consigliando con la serenità di chi sa di aver sbagliato tempo fa e ora tocca a loro sbagliare.
Ho visto un uomo che è stato bambino, ragazzo, adulto, vecchio e adesso ha il tempo per chiedersi cosa è ancora veramente: un uomo e basta.
Insomma io ho visto un vecchio e ho pensato: voglio essere come lui.
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5 commenti:
Molto bello, amico mio.
Quel vecchio sono io.
bello ric!
ascoltare ... troppo spesso ci dimentichiamo di ascoltare noi stessi e gli altri. A volte sono stata ascoltata, grazie.
Bello!
bravo.. molto bello
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