lunedì 5 luglio 2010
Spie come noi
Ma davvero negli Stati Uniti hanno arrestato 11 agenti segreti russi, 11 spie, che chissà cosa stavano trafugando? Ma non è fantastico? Questo vuol dire che ricomincia la Guerra Fredda, e meno male: io mi sento più tranquillo, con i servizi segreti tornati in auge le guerre non scoppiano,
del resto non lo pensavamo da piccoli che per evitare le guerre tutti i capi di stato si sarebbero dovuti incontrare e giocarsela a Monopoli? Meglio quindi che mentre si prende appuntamento per il torneo, nel frattempo passi tutto a gente come 007 e al suo mondo fantastico, spesso un drink preso nel posto giusto al momento giusto, riesce a evitare le guerre calde, quelle vere.
Senza dimenticare che già soltanto l’atmosfera della Guerra Fredda è bellissima: siamo in un film, sempre in autunno, come mai? Per forza: è guerra fredda! E col freddo si è sempre più eleganti con i vestiti, per adeguarsi al circondario che prevede abeti verde smeraldo, pioggia lievissima che si adagia impalpabile su impermeabili Aquascutum of London (by appointment), i pantaloni in covercoat la respingono di loro, dai quali sbuca una pipa fumante Early Morning di Dunhill. Una pipa? Sembra una pipa, in realtà al suo interno si cela una microradio ricetrasmittente creata dalla Sony apposta per il nostro agente segreto. Ma ecco che da un cappottone pesante, un Burton tailored, spunta un foglietto A6 in carta ExtraStrong piegato in due sul quale, vergate sopra con inchiostro simpatico, ci sono scritte poche incomprensibili ma potentissime parole. Conoscerle vuol dire avere in mano TUTTO! Nemmeno Silvan riuscirebbe a passare così lestamente questo foglietto a quella donna che spunta improvvisamente dal nulla. Le donne, plurale femminile, proprio come “spie”! Creature di cui ci s’innamora all’istante solo per il taglio di capelli, se non sono ricoperte d’oro (in tutti i sensi), sono elegantissime e sensualissime nelle loro toilette di Capucci, e si concedono solo a chi sa prenderle per il verso giusto, facendogli trovare in camera una vasca da bagno ricolma di ghiaccio con due flutes di cristallo dentro. Accanto, completamente immersa, spunta il tappo dorato di una boccia di Dom Perignon del ’59, che aspetta di essere stappata da una mano maschia in primo piano. Il bello della guerra fredda è che prevede straordinarie manciate di noccioline, quelle grosse, tostate e salate, accompagnate da indimenticabili vodka-martini, mescolati non agitati, nelle hall degli alberghi dove si può parlare tra la gente per neutralizzare le eventuali cimici: insomma ci si ritrova in quella dolce vita in bianco e nero dove il lavoro vero, il lavoro sporco, sarebbe quello di redigere un rapporto con un bellissimo iPad cucito dentro la giacca: un colpo sull’invio e la mail criptata viaggia in tutto il mondo. Ma pare che non sia andata proprio così:
alla fine, dopo averli lasciati fare, l’FBI, il Federal Bureau of Investigation (che nome pazzesco!) li ha tanati. E chi erano queste spie? Undici piccoli russi che giocavano a fare gli americani in città che, un po’ maldestramente, si sono fatti beccare con il sorcio in bocca mentre in mutande provavano a spedire una mail fracica (perché poi, gratta gratta sotto al russo spunta sempre il cosacco). Non ci sono MacBook Air in questa storia, non ci sono motoscafi Riva “presi in prestito” per una commissione, ma quale James Bond, quale Money Penny, no ghiaccio, no Martini, no party... Ma comunque che importa? Va bene lo stesso: il gioco ricomincia. Evviva la Guerra Fredda: è più chic!
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1 commento:
E' bella questa visione della guerra fredda... è proprio un'atmosfera da film. E poi anche ai tg piace il risvolto cinematografico, hanno messo in primo piano la femme fatale: Anna la rossa!!! Meglio di così!!
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