lunedì 4 ottobre 2010
Charlie Brown 60
Quelle quattro facce che riesco a mettermi addosso per dare un’espressione qualsiasi ai miei sentimenti le devo ancora oggi a un fumetto che in questi giorni compie 60 anni: Charlie Brown. Chissà se Schulz, (morto già da dieci anni!) sapeva di mettere insieme una galleria di maschere che nel tempo ho affibbiato alle persone che incontravo nella mia vita, senza capire che in realtà le facevo indossare solo a me. Quando uscirono le strisce, non capivo come mai qualche ragazzo più grande mi dicesse “Ahò, ma chi sei? Charlie Brown?”, quando provavo a far alzare in cielo gli aquiloni della “Quercetti” (ve li ricordate? Si compravano dal giornalaio). Non sapevo che si riferisse a quel “soggetto” cui, più tardi, non volevo assomigliare nei suoi patetici tentativi di approccio alla “ragazzina dai capelli rossi” ma che invece era esattamente la mia fotocopia in bianco e nero nei rovinosi tentativi di avvicinamento alle ragazze a scuola. Quando invece ho cominciato a leggere le strisce sul giornale preferivo immedesimarmi in quello Snoopy seduto sul tetto della sua cuccia con la macchina da scrivere e quel suo stupendo incipit “Era una notte buia e tempestosa”, anche se poi quel manoscritto veniva puntualmente rifiutato dalle case editrici con un disprezzo che all’epoca amavo e che oggi invece m’impaurisce. E Lucy? Voglio conoscere una persona al mondo che l’abbia amata. Tutti noi la odiavamo per come trattava chiunque, ed eravamo vendicati dal solo Schroeder (cui mi sentivo comunque molto vicino) che grazie all’amore per la musica classica aveva tutto quello che gli serviva per poter risolvere con un’alzata di spalle tutte le provocazioni di quella maleducata! Di quella Lucy che in fin dei conti ci ritroviamo oggi ad essere quando un’amica ferita nei sentimenti ci chiede una strategia per uscire dall’impasse o una consolazione per uscire dal baratro nel quale è sprofondata dopo una delusione d’amore: un “aiuto psichiatrico” per il quale veniva richiesto un obolo di soli 5 cents e oggi non bastano 5 ore di una cena lunghissima. La verità è che Schulz ha trovato le parole per dire tutto, a tutti, a tutte le età. Ai compleanni quanti biglietti d’auguri già belli pronti abbiamo trovato in cartoleria? E chi ha mai ha avuto il coraggio di buttarli ritrovandoli in un cassetto anni dopo con le firme di tutti i compagni di classe nei regali cumulativi? Io me lo ricordo quel regalo, un poster di Snoopy che, nei panni del Barone Rosso, chiedeva in un finto tedesco “TOFE IST DER PIRRERIA?”. Me lo regalò una ragazza cui avevo presentato un mio amico che sarebbe poi diventato suo marito. Lei trovò il modo di ringraziarmi di quell’incontro che avevo organizzato, in una birreria appunto, con le parole di Snoopy e semplicemente firmandolo mi fece capire che da quel momento sarebbe stata sempre meno presente nella mia vita come amica e sempre più presente in quella del mio amico come fidanzata. E solo adesso mi accorgo che la sensazione che provai nel ricevere quel dono allora, è la stessa che provo ancora oggi a ripensarci. Mi sento sempre come lui: Charlie Brown.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
Apprezzo.
E don't forget Linus amico!
Un poster da 2.500 lire come ringraziamento? Non me l'avevi mai detto. Ora chiamo MauroM per le pratiche...
Woodstock
Posta un commento