lunedì 24 gennaio 2011

Passaparola


Siete andati al cinema ieri? Era il giorno ideale! Preferibilmente allo spettacolo delle 1830, in modo da poter organizzare una pizza e poi una bella botta di Report che ci ammazza o la registrazione di Fabio Fazio, meglio, e via a dormire perché oggi, ve lo ricordo, è lunedì! E proprio stamattina cominciano i dolori degli esercenti e dei produttori quando “spizzano”, come in una mano a poker, gli incassi del Cinetel, che dipendono alla fine dei conti, da una sola variabile: il passaparola. Speranza dei debuttanti e timore dei vecchi del mestiere, cos’è veramente? È la chiacchiera di pochissimi secondi tra uno spettatore e l’altro, viaggia di suo come un virus e come tale non sai mai se resisterà, nel bene o nel male. Non c’è critica o giudizio del pubblico che tengano, è solo un pollice verso o alzato che in un attimo, il primo weekend di uscita, decreta il vero successo di un film, pubblicizzato o meno. Vediamo in dettaglio una piccola serie di esempi cominciando da come viene storpiato un titolo davanti al botteghino al momento di fare il biglietto, con buona pace del tempo perduto in riunioni inutili per trovarlo: “Hereafter” per esempio, diventa soltanto “4 posti per Eastwood, grazie” e i commenti che generano l’eventuale passaparola sono di questo tipo: “Solenne, con un tema così sdrucciolevole poi, ahò ma Clint cià 82 anni, ti rendi conto?”- “E infatti ha dovuto parlare dell’aldilà!” - “Ma com’era lo tsunami, pazzesco vero?” - “Non lo so, io mi sono coperto, avevo troppa paura, non ho visto niente”. Fine, il film nel “passaparola” è tutto qui. Andiamo avanti, “Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni” (peraltro tradotto malissimo dall’originale “You will meet a tall dark stranger”) al botteghino, come al solito, diventa “Woody Allen”. Il commento finale, ormai da anni devo dire è sempre lo stesso: “Fa sempre la stessa storia” - “Sì, però c’è sempre quella battuta che da sola vale il prezzo del biglietto” - “Ho capito, ne hai visto uno, li hai visti tutti...”. Proseguiamo con “La versione di Barney” detto semplicemente “Barni”: “Bello, ma non mi ha preso, perché scusa, ma come fai a prendere uno così brutto (che sarebbe Paul Giamatti), ma non ci credi mai che lui si è messo con Miriam, quella finale, quella bella” - “Sì, però ammàzza quanto è fredda lei, eh!” - “Invece l’amico, quello che lui spara in alto, si vede benissimo che non l’ha ammazzato lui, quello è fico davvero!” - “E Dustin Hoffman? Sempre bravo, ve’? Ammazza quanto è invecchiato però! Io me lo ricordo in Kramer contro Kramer che già mi sembrava vecchio!”. Il film di Stephen Frears, “Tamara Drew”, al botteghino è diventato “Mara qualcosa”: “Vabbè la storia è tratta da un fumetto, ma tu l’hai visto?” - “Ma che il giornaletto? No! Ma il film com’è?” - “Così...”, questo “così” è accompagnato da una faccia che nemmeno una minestrina fredda riuscirebbe a suscitare. E quindi “Che bella giornata” diventa semplicemente il film di Checco Zalone: “Me so’ morto dalle risate!”. Totale: 32 milioni di euro. Che vorrà di’?

1 commento:

EGO ha detto...

Che la semplicità paga.
Ma vai a spiegare la sottilissima differenza tra semplicità e demenza.
In sintesi: "Ao, a me, ar cinema me va da ride...."
Eccoci qui...