lunedì 14 marzo 2011

"Hai 5 minuti?"


Quando vi fanno questa domanda la realtà è un’altra: al vostro interlocutore ne servono in realtà almeno15. Sapete perché? Non possiede la percezione del tempo, più è piccola la richiesta, tipo “hai un minutino?” più è grande la bugia: gli serve un’ora. Ce l’avete voi? Dove? Me lo dite? Come un bambino per la prima volta davanti allo specchio si chiede “chi è quello lì?” così esiste gente che non sa dare un nome e un cognome al tempo che passa. Tardando come al solito, dicono “5 minuti e arrivo”: non ce la faranno mai e quando arrivano al ristorante stanno ancora al cellulare con i cascami della loro vita ridotta a brandelli, si perdono i pezzi, lasciano la bava dietro come le lumache. Stiamo parlando delle stesse persone che, stupidamente invitate da voi a cena, non appena gli aprite la porta d’ingresso non riescono a finire una frase per spiegare (e in realtà è una giustificazione) come mai hanno portato quella determinata bottiglia di vino, tre ore sul produttore, sul vitigno, sulla vendemmia, sul vinattiere, TUTTO SULLA PORTA D’INGRESSO! E tutti insieme a reggere quella bottiglia, voi con le vostre mani e lui con le sue, e magari è di prosecco che, nel frattempo di questa inutile spiegazione, SI SCALDA. Invece basterebbe dire “ecco una boccia di prosecco!” Due secondi. Grazie! Aprila! Finito! Passiamo ad altro, di veramente importante, no? Magari! Non gli puoi fare una domanda generica che arriva un resoconto dettagliato degli ultimi 5 minuti, vissuti da loro: e i nostri 30 per ascoltarli chi ce li ridà? Insomma a questi avanzi di adolescenza andrebbe insegnato il regolare svolgimento di una serata a cena, per non rovinare il normale flusso di pensieri di tutti gli altri, primi fra tutti noi. È una regola semplice: il menù va di pari passo con le chiacchiere e gli argomenti. Antipasto (salamini già affettati, schegge di parmigiano, olive belle grosse unte greche) ovvero saluti e convenevoli: “come stai bene, ti trovo in forma, questa gonna dove l’hai presa, ti sta benissimo!”. Si può rifare il dialogo tra Carlo Verdone e Mario Brega, “come so’ ‘ste olive? Greche!” un classico, funziona sempre. Primo piatto, ovvero i commenti delle notizie della settimana: “roba da pazzi, ma come fanno ad andare avanti (non importa chi, come fanno non si capisce mai), hai visto la benzina? E il mutuo? Lo sai che un amico mio è andato in banca a ricontrattare gli hanno fatto una pernacchia e allora lui...”. Secondo piatto, si entra in profondità con pettegolezzi su amici in comune: “hai saputo di Carlo? S’è lasciato. O meglio LEI l’ha lasciato, ma certo, poveraccia, mettiti nei suoi panni...”. Dolce, confidenze e problemi di vita in generale: è questo, e solo questo, l’UNICO momento in cui il vostro amico potrebbe parlare delle frattaglie della sua vita con aneddoti sulle chiavi, sui cellulari, sui portafogli con documenti e carte di credito, tutti invariabilmente persi per mille stupidi motivi. Invece starà parlando al cellulare con il figlio che già non vuole più vederlo per gli stesso motivi. Quindi, se vi cerca esordendo con un bel “Hai un minuto?”, la risposta sarà una sola: “NO!”.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

I agree entirely with you!
Si è persa la civiltà della conversazione, fatta di lievità, spirito, sensibilità e pure cultura.
Più passa il tempo e più si diventa selettivi con gli inviti, è consolante sapere che anche tu detesti i ritardatari,chi si comporta così mi indispone, è segno di scarso rispetto per il prossimo.
Pensavo fosse una mia rigidità, da lombarda pragmatica.
Grazie per le tue descrizioni ironiche e sapide delle frequenti delusioni della vita adulta.
Bru, Lazy black cat

Paola Trimarco ha detto...

Avere cognizione del tempo equivale ad avere cognizione della vita che è scandita dallo stesso. Nessuno sa quanto ne rimane per ognuno e molti dimenticano volutamente quanto ne hanno già avuto a disposizione e cosa sono riusciti a farne.
La puntualità è sinonimo di consapevolezza. E non è da tutti.

Anonimo ha detto...

Che noia, che tristezza, Paola, questa vita fatta di consapevolezza, di sicurezze, di minuti e di precisione, io invece voglio perdere tempo a sentire le cazzate di un amico, voglio perdere tempo a vedere un alba ed un tramonto e dimenticando volutamente quanto tempo ho avuto a disposizione per vivere e quanto tempo mi resta ancora......

Anonimo ha detto...

Credo che Paola si riferisse al tempo scippato dalle scorrettezze altrui,poi certo, grazie a Dio, esistono fatate combinazioni di tempi, luoghi,persone che oblìano la consapevolezza della nostra esistenza finitima, sono i famosi momenti per i quali vale la pena di vivere.
Un caro saluto a Riccardo, a Paola e all'anonimo contemplatore di albe e tramonti da Bru, qui oggi è tutto grigio livido, piovoso e malinconico.

Anonimo ha detto...

Un caro saluto anche a te mio malinconico ed anonimo "Bru"; ed un caro saluto anche a Paola e Riccardo
il contemplatore di albe e tramonti

Anonimo ha detto...

Oggi, anche il lago di Garda è grigio e malinconico,ma contemplarlo è un balsamo per l'anima, sarà perchè sono nata e cresciuta qui, però sono una donna. Trovo molto bello, in questa giornata, è pur vero intrisa di retorica, sentirmi italiana tra italiani, accomunati dagli stessi ricordi generazionali, e ....forse anche da un sentire comune.
Scrivo da anonima, perchè mi impappino con le altre opzioni, anyway, mi chiamo Brunella.A presto, su questo blog, con simpatia Bru. Lazy black cat ,è il mio felino domestico, elegantissimo e sornione!

Paola Trimarco ha detto...

La consapevolezza alla quale mi riferisco è proprio quella che ci permette di godere al meglio la vita, semplicemente perchè riusciamo a sentirne ogni istante scorrerci dentro...sai l'alba si vede da ogni parte del globo....ma se ho un'amico che mi aspetta chiamo anche lui a condividere quel momento, invece di lasciarlo ad aspettarmi invano..alla fine non avrò "perso tempo".
Oggi niente alba,cielo tempestoso...a Napoli si dice:"oggi quatt iocano e uno cucina..." ( in una giornata così, si passa il tempo a giocare a carte in quattro, mentre un'altro prepara un buon pranzo...) C I A O

Anonimo ha detto...

Da come mi rispondi credo che in cucina ci resti tu; a proposito un saluto a Brunella ed al lago di Garda.
Il contemplatore di albe e tramonti

Davide Caliandro ha detto...

Caro Riccardo,
ma ti è mai capitato di sentire anche persone chiedere: "..e domani mattina che fai?"; o magari esclamare: "tanto domani che devi fare?! non hai nulla da fare!";
Ecco e quando te lo dicono possono accadere tre cose. La prima, potrebbe essere (ma è più raro che credibile) che l'indomani non si abbia proprio nulla da fare o a cui pensare, una vita piatta vuota senza un lavoro, un hobby, un idea, magari dovevi andare in posta o dal medico, invece no ti saresti alzato chiedendoti e oggi che faccio? Quindi risponderesti: "nulla." secco, finito.
La seconda opportunità o possibilità potrebbe essere una risposta data con sottilissima ironia, del tipo: "e che devo fà?! devo lavorà! ma se vuoi posso rimandare, tanto che me frega!" e se il soggetto non capta l'intento spiritoso si potrebbe aggiungere "si! facciamo tutto quello che vuoi! Tu avviati che io ti raggiungo!", in genere qui si arriva a capire.
Terza ed ultima possibilità, breve, spiccia, secca, suonerebbe così (specialmente se l'interlocutore ti è anche antipatico): "Ho da fare, perchè? problemi? ...(tempo 3 secondi) Beh bravo, ciao." finito.