lunedì 21 marzo 2011
Non siate emotivi!
Se c’è una cosa che non difetta a noi italiani di 150 anni, ma forse anche di prima, è l’emotività. Ci manca tutto il contrario, il sangue freddo, la gestione di un’emergenza, di un dolore come di una gioia. Per noi è tutto un fuoco d’artificio. È il bello e il brutto della nostra indole. L’unica persona fredda che abbiamo mai visto da vicino è stata forse quel compagno di scuola, quando ci ha dato una spinta per le scale per stare vicino a quella più carina della classe. È per questo che stimiamo tanto, e a volte anche con un certo senso di colpa, chi riesce a mantenere ferme certe emozioni. Gli inglesi per esempio, a parte la lingua che possiedono, freddi, gentili, cortesi, ma freddi. I loro agenti segreti, che meraviglia! 007? Magari! Con quelli lì stai a posto! Ma noi qua in Italia, ce lo rimproverano tutti, “siete il paese di Pulcinella”, e di Arlecchino aggiungo io, e Alberto Sordi lo diceva pure lui: “Gli Italiani? Dovremmo essere tutti portieri di albergo, quello sappiamo fare bene.” Non aveva tutti i torti, avendo conosciuto proprio quell’Italia lì, quando Disneyland ce l’avevamo in casa con i nostri panorami mozzafiato, e due spaghetti pomodoro e basilico, o due linguine al pesto o la parmigiana di melanzane. Siamo cerimoniosi: “serve un taxi? Pronti!”. Complici: “le serve un accompagno, Dottore?” Comprensivi, disposti a chiudere un occhio, chi è che non sbaglia, a fare un pettegolezzo, ma così per ridere, senza malizia... Ma gli inglesi dove vanno a mettere il cuore in vacanza? In Italia, in Toscana, tanto da ribattezzarla Chiantishire, per forza, da loro piove sempre. Invece vuoi mettere come stanno qui da noi? E come piangono quando sono finite le vacanze! E i tedeschi? In Germania, è vero, sono romantici, bè lo Sturm und Drang l’hanno inventato loro, Beethoven se non era romantico lui, Per Elisa, la Nona, La Pastorale dài, e scusa Goethe, ma stiamo scherzando? Però dove vanno in vacanza? S’accontentano anche di Rimini, gli basta il bagnino muscoloso, (“ma lo sai che ancora ‘ste tedesche ci credono?”). Gente dal carattere “freddo” che per avere un abbraccio caldo, ma caldo sul serio, deve venire in Italia, perché di sì. Perché noi siamo calorosi di nome e di fatto. Penso a tutti queste vere banalità, perché adesso ho visto come si comporta un popolo in una situazione di emergenza, chiamiamola pietosamente così. Questo terremoto in Giappone fosse accaduto da noi avrebbe fatto de L’Aquila un campo da tennis e “Roma l’avrebbe rasa al suolo” (Bertolaso dixit). Lo tsunami conseguente ha fatto saltare 4 reattori nucleari come tappi di champagne, nonostante siano stati progettati da gente che ha creato la Sony e la Toyota. Quindi ci chiedano pure di aiutare mandando sms dal divano, di organizzare concerti e schitarrate per raccogliere fondi, o anche semplicemente di disperarci, ma non di mettere da parte l’emotività. Perché quello proprio non lo sappiamo fare.
W L’Italia! (scusate, mi sono emozionato).
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4 commenti:
già.... io poi, che non voglio le centrali nucleari qua, lo sapevo anche senza emotività.... magari le fanno con la ricetta della pizza, acqua e farina, e poi la danno in gestione agli ingegneri laureati con le mazzette..... e oltre tutto, ci caricano in bolletta, il costo per costruirle.... io non me la sento, piuttosto, spengo tutto. un caro saluto, signor Rossi, lei è un grande!
dove ha sbagliato un giapponese.... che famo? ce pensamo noi?? Rossi, lei è fantastico, e io, civitavecchiese immigrata in toscana, ascolto la sua voce e la sua sapienza romana, con tanto rimpianto....sniff.... pure nonna mia, faceva tutte le ricette che racconta Lei!
Garnde Riccardo nostro! Tanto più che chi ci invitava a non ragionare con la "pancia", ha poi effettuato una rapida inversione di rotta, mossi pure loro da sentimenti forti e nobili come il timore per le elezioni?
Credo che nelle emozioni si nasconda più ragione di quanto non si creda, quando proviamo tristezza, disagio di fronte a situazioni, persone nuove è perchè, in genere, non fanno per noi, almeno a me, è capitato spesso.
Viva le emozioni, le passioni tanto rare e preziose e grazie a te , che ci regali momenti di buon umore con le tue osservazioni acute e sagaci come giudice e, belle occasioni di confronto sul tuo blog.Saluti anche all'orsetto dormiente da Brunella
P.s= Per Paola :stupenda la frase napoletana, anche contemplare un tramonto o un'alba è una gran bella emozione, un saluto all'anonimo, ancora capace di goderne.
Pensa caro Riccardo, che in Giappone ai bambini fino ai tre anni è tutto concesso. I genitori permettono ai piccoli di vivere senza riserve qualsiasi tipo di sensazione spontanea. In questi primi tre anni infatti il bambino attraversa la fase in cui forma la sua vita emotiva. Dopo tale periodo subentra un educazione rigida e fortemente ritualizzata, ma questa nuova vita del bambino, seppur piuttosto radicale, ha alla propria base una vita emotiva sviluppatosi appieno. E’ per questo motivo che in Giappone ed in genere nei paesi dell’Estremo Oriente è più facile trovare il bambino in una persona, che l’adulto.
Un saluto a Brunella dall'anonimo (....Ludovico)contemplatore di tramonti e di albe
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