lunedì 18 aprile 2011

Una nuvola per archivio


Se oggi andiamo a comprare un computer portatile, l’hard disk interno MINIMO è da 500 GB, per stivarci tutta la nostra vita passata presente e futura basta e avanza, ma il disco esterno per le copie di sicurezza lo dobbiamo prendere almeno del doppio: quindi UN TERA (faccio presente che in greco dopo il “tera” è previsto il “peta”: così ci abituiamo subito!). La nostra macchinetta fotografica digitale ha una memory card di almeno 2 giga, e quella del telefonino pure, possiamo archiviare migliaia di sms inutili “arrivo!”, o belli, le storie d’amore che stanno per cominciare o atroci, quelle finite. Per non parlare delle videocassette Betamax, poi di quelle VHS, poi dei DVD, poi dei Blu Ray, poi di niente, solo giga e tera sui nostri computer, come con la musica del resto, prima i dischi, poi i nastri, poi le cassette audio, poi i cd, poi gli mp3... E adesso? Oggi ci vengono a dire, e non uno qualunque, ma Eric Schmidt, il presidente di Google, della NUVOLA. Non avremo più niente su qualsiasi supporto da tenere a casa sulla libreria, ma sarà comunque tutto disponibile in copia. Tutte le nostre foto, tutta la nostra musica, i film preferiti e libri saranno disponibili all’istante ovunque ci troviamo senza orari 24/24 per 365/365. Bello, no? Case finalmente ordinate e vuote di tutte quella roba che fa polvere cui non bastano Swiffer sofisticati per eliminarla. E quando avremo bisogno di rivederci “La collina del disonore” (ciao Sidney Lumet e grazie per tutti i tuoi film), non dovremo più chiederci dove abbiamo messo la cassetta evitando il colloquio tipo “mi sembra che l’avevo registrato su Rai Tre, qualche anno fa, no?” - “ No! Avevi comprato il DVD ma chi chissà a chi l’hai prestato, scemo!”. Basterà fare un clic (forse nemmeno quello) ed eccolo proiettato sul nostro, vecchio ormai, plasma, con Sean Connery bello e tosto, in bianco e nero e doppiato da Pino Locchi. Vedendo quelle immagini in b/n però, ci verrà in mente quando avevamo ancora delle cose vere tra le mani e non impalpabili su una memoria fatta di giga. Come quella scatola, di cartone, o di legno, (comunque touchable), dove avevamo messo le nostre foto, di carta, scattate da piccoli a Nettuno al ristorante Tripolino, ci tornerà in mente quell’odore delle telline appena pescate da Annibale (il cameriere) che ce le aveva saltate in padella con aglio e olio e prezzemolo sotto i nostri occhi e servite in un piattino lungo che lui chiamava fiamminga. Eh... la nuvola ce la farà mai a restituire questa roba? Chi ce la da la soddisfazione dell’affettare con un coltello Zwilling una fetta di salame che si scioglie come burro sotto quel filo? Stappare con un cavatappi d’acciaio una boccia appannata di falanghina, versarla in un bicchiere di vetro Svalka Ikea, pulirsi la bocca con un tovagliolo di cotone immacolato, e guardare negli occhi la donna che ci siede davanti e che magari ci sorride: non bastano mille tera. E nemmeno una nuvola, ci vuole la luna, ma quella già ci sta. In cielo. Quella vera.

6 commenti:

Ted ha detto...

Mi sembra già di sapere quale profumo indossa quella donna...

Anonimo ha detto...

Caro Riccardo,
mi trovo pienamente d'accordo con te!
La tecnologia è parte della nostra vita ormai, e forse non riusciamo più a farne a meno.
Ma i ricordi, le sensazioni che viviamo nessuno mai potrà memorizzarle in qualche supporto tecnologico!
Buona vita vera!
With love xxx Rose

marcello grassi ha detto...

Caro Riccardo,
ho 56 anni e mi trovo nella fase "acuta" del DUBBIO:
la mia professione mi ha portato ad usare il pc... la mia passione teatrale/musicale gli mp3, convertitori avi, hard & software per ottimizzare l'archiviazione e proteggere le registrazioni.... potrei continuare per ore!!
mi piace, però, vivere nel mio appartamento con decine e decine di locandine teatrali con dedica, tutte belle incorniciate e attaccate al muro!! con vicino la mia collezione di lp in vinile dalle copertine improbabili, tipo il giornale che contiene "thick as a brick" dei jethro tull o Tarkus (ne parlammo in radio) o Abraxas, Mad dog & english men, Glad dei Traffic.... ca.450 capolavori che fanno arredo!!
assolutamente minimalista, cmq, per via che poi... chi pulisce??
diciamo un "tera"? forse scrivendo ho trovato la soluzione:
mi sto' facendo una "matriciana"... guardo fuori e "vedo la luna" anche se non è periodo!!
have a great day, marcello

Brunella ha detto...

La nostra anima, il nostro cuore custodiscono la memoria preziosa delle nostre emozioni! Detto questo, benvenga la tecnologia che rende le comunicazioni, le archiviazioni, etc.etc. molto più facili e, se lo sostengo io, che sono una troglodita informatica....
Per Ric: bentornato al consueto appuntamento del lunedì con i tuoi post!
Brunella

Unknown ha detto...

Ricky, a leggere "la soddisfazione dell’affettare con un coltello Zwilling una fetta di salame che si scioglie come burro sotto quel filo", mi sei mancato! tanti baci

Maggie ha detto...

Quando ho scelto di studiare “Scienze dell’Informazione” ho passato il primo anno a spiegare alla maggiore parte della gente comune ( ordinary people…) che non volevo fare “giornalismo”;
assai piu’ delusa, quando, laureatami, erano i responsabili del personale delle piu’ rinomate aziende del triveneto, senza escludere i vari cacciatori di teste ed affini, che mi rispondevano candidamente che non avevano bisogno di giornalisti!!!!
Sono una disbanded tecnologica, infatti, a casa mia l’unica cosa altamente tecnologica è il forno: amo cucinare ( a proposito, grazie per i bei voti che mi avete dato tu e Chiara Maci, al contrario, avrei dovuto ravvivare la "fiamma" con dell'ottimo Friulano!)
La “mia scienza”, che ho sempre reputato trasversale alle altre scienze, si permea sul soggetto che la usa, enfatizza i comportamenti, aiuta a ad riordinare le idee, ti sta accanto, maliziosamente lascia che la si conosca poco per volta: questo è l’aspetto che amo di piu’, non puoi mai darla per scontata, ti costringe, in senso buono, a spingerti oltre la conoscenza acquisita, devi stare al suo passo, c’e’ sempre del nuovo…e questo mantiene giovani!!!
complimenti perché hai perfettamente interpretato il senso del Cloud Computing: la Nuvola, lasciamola alle aziende…noi guardiamole e basta, magari sdraiati su un bel prato con un filo d’erba tra le labbra ed....una fetta di salame tra i denti, anzi, di prosciutto di San Daniele!!
Ciao
Maria Giovanna