lunedì 15 agosto 2011
Abbey Road 2011
Tra tutte le “mosse” nelle vacanze che si possono fare, comprese quelle “intelligenti”, c’è n’è una che potrebbe addirittura divertire i vostri figli dimostrandogli che ci sono vari modi di stare al mondo senza per forza tenere il broncio se non gli comprate l’ultima maglietta di Abercrombie & Fitch. Prendete una città in Europa, tipo Londra (ci si arriva anche con il treno), parlate con la signora sovrappeso della portineria dell’albergo e chiedetele se per caso esiste una fermata dell’Underground più facilmente comprensibile del mondo, cioè quella di Londra, per arrivare vicino ad “Èbbiròdd”. Lei farà finta di non capire “What please?”, voi le intimerete di guardare su Google e solo allora lei ridendo capirà “Ah, Abbey Road!” (pronunciandolo “...‘bRoùdt”). A quel punto è fatta. Certo: perché vedere un genitore trasformarsi in qualche cosa di più implume di loro, e che oltretutto si diverte, è un affronto imperdonabile e quindi devono fare qualsiasi cosa per pareggiare i conti, finanche smetterla col muso. Nel tragitto in metropolitana, sull’iPhone gli farete vedere una delle copertine più famose del mondo, scattata più di 40 anni fa, in quella strada all’uscita degli studi della EMI, con quei 4 ragazzi che vestiti ormai da sé, attraversavano proprio quelle strisce pedonali dove tra poco voi (per ora solo voi), vi volete scattare una foto come loro. “Papà, sei proprio pazzo! Ah ah ah!” (stanno già rosicando). Ma non appena arriverete sulla location si accorgeranno che non siete l’unico pazzo in mezzo a svariate coppie, con lui che urla di tutto a lei, un paio di madri stravolte che sbagliano inquadrature maledicendo il giorno in cui hanno fatto conoscere i Beatles ai loro figli, uno spagnolo senza le scarpe come McCartney, e un indiano con un completo bianco come Lennon, oltre a un gruppo di cinesi che non poteva mancare: “Ah sì? E tutti questi chi sono?”. È una follia collettiva che si ripropone quasi tutti i giorni ma soprattutto la domenica mattina alle 8, cioè adesso, quando speravate di essere gli unici ad aver riflettuto che almeno la domenica mattina ci sarebbero state meno macchine a rompere le scatole, e invece no, ci sono pure gli autobus “ma questi non dormono?”. Un inferno: vedere gli abitanti della zona, guidare le loro macchine della domenica mattina, comprese Maserati, tirate fuori per l’occasione da soggetti che ci vanno solo a comprare il giornale e a bere un “frappuccino” da Starbucks, con l’intenzione di sfrecciare su Abbey Road e invece costrette a rallentare e inchiodare consumando pasticche e freni a disco, perche voi siete COMUNQUE sulle strisce, anche se non per attraversare, è un’esperienza meravigliosa. Ma quando tutti si rivolgeranno a voi, in quanto l’unico ad avere le idee chiare sulla mossa delle gambe “vanno aperte a compasso!”, sulla direzione “da sinistra a destra”, sullo sguardo “davanti a voi”, incurante delle macchine che sfrecciano a sinistra e a destra, sentirete una vocina sommessa che timidamente chiede: “Papà, me ne scatti una anche a me?”. È in quel momento che vi sentirete un eroe. A Londra, ad Abbey Road, come se foste su una copertina di un disco.
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3 commenti:
Sei fantastico!!!
Grande Riccardo! Noi ci siamo stati in Abbey Road!!ci siamo andati a piedi, altro che metro'... E' tutto un altro vivere Londra!!
Riccardo caro, mia figlia ha speso quasi metà del suo budget per la vacanza studio da A&F, .E poi mi ha portato un adesivo con il bersaglio degli who per la macchina , un bellisismo cd dei velvet underground che non trovavo piu'e una collana con un enorme donut glassato rosa gigante di gomma ... Ha 14 anni, davanti a quei doni ho "perdonato" la fuga da Abercrombie ma non le comprero' piu' nulla fino all'autunno.
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