lunedì 14 novembre 2011
Zecchino d'Oro
“È sempre colpa dei genitori!”. È vero? Non è vero? E Bollea allora? Che diceva che le madri hanno sempre ragione? Ma nella ricerca sfrenata di un qualsivoglia talento del figlio, non c’è regola che tenga: “MIO FIGLIO FA, MIO FIGLIO È!” Soprattutto artista, attore, cantante, ballerino, musicista, insomma “on the stage!”. Perché questi genitori non si rassegnano al fatto che il loro figliuolo andrebbe assecondato ed eventualmente aiutato a scegliere quello che piace a lui e basta? Magari lo studio, pensa che roba! Invece no, deve andare in scena sempre! Che poi sia chiaro, questi padri e madri fanno sempre il paio con quegli altri che accompagnano i loro ragazzini a nuoto col cronometro, o ad atletica, o a scherma o dove vi pare ma sperando che raggiungano quei risultati, da podio, un altro palco che, evidentemente, loro non sono riusciti mai nemmeno a sognare.
Noi tutti ricordiamo quei giorni della nostra infanzia quando il portiere di casa annunciava che a giorni sarebbero arrivate per posta le cartoline per partecipare alle selezioni dello Zecchino d’Oro, col mitico Mago Zurlì e il Piccolo Coro dell’Antoniano di Bologna diretto da Mariele Ventre! Ma quando mai? Non arrivava niente, se non la presa in giro del portiere stesso: “ma quale Mago Zurlì, al massimo ti chiama Richetto!” (che, per la cronaca, era Peppino Mazzullo, voce di Topo Gigio). Le canzoni erano filastrocche per bambini che ancora stavano attaccati al giradischi di casa con le fiabe sonore della fratelli Fabbri e il disco che cantava “a mille ce n’è, nel mio cuore di fiabe da narrar...”. Avete mai provato a trovare da un rigattiere quegli album enormi? A Trieste per esempio esiste “La Rigatteria”: uno sguardo alle illustrazioni di Pikka per i “Musicanti di Brema” e le lacrime righeranno quelle pagine tanto da dovervi scusare ricomprando ciò che apparteneva al vostro cuore da sempre. Ma non stiamo parlando dello Zecchino d’Oro, ma di quei programmi che vanno in onda di questi tempi e io francamente non ce la faccio ad ascoltare una bambina che canta “e se domani io non potessi rivedere te”: a chi si riferisce? A quell’età solo ai genitori, che farebbero meglio a fare gli scongiuri invece di trepidare per quella figlioletta con in bocca parole da grandi e dare quindi ragione a Renato Rascel quando già nel 1970 cantava “dodici anni sono pochi per sentirsi donna”. Oppure un maschietto che canta “I migliori anni della nostra vita”: ma che vuol dire, quando ha tutta la vita davanti? Il problema alla fine è sempre quello: ma questi genitori invece di far credere ai loro ragazzi di poter diventare Mina o Renato Zero, perché non fanno due passi con loro per andare al cinema o a teatro? Per potergli spiegare che c’è un tempo per tutto e invece di andare in uno studio televisivo a cantare canzoni che non gli stanno in bocca, potrebbero confessare senza paura cosa gli piacerebbe fare. Da grandi, non ora. Ora si studia. E domani è un altro giorno e si vedrà. Come diceva Ornella Vanoni: a 37 anni però!
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19 commenti:
Sempre il migliore... Ci si vede domenica a teatro!
Assolutamente geniale....Stasera ti rivedremo al pgsdilwe ,no?!?! Non vedo l'ora!!!!
Sì, c'è un tempo per tutto e i bambini hanno diritto alla loro infanzia, priva di forzature, scimmiottature di un'altra età e ,soprattutto, non devono essere i docili strumenti di rivalse genitoriali.
Si ama l'altro per ciò che è, e non per come vorremmo che fosse o diventasse.
Fantastica segnalazione triestina, non appena ci tornerò....non mancherò di versare una lacrimuccia e di acquistare.
Meno male che Ricccardo c'è, con le sue solide, sane ideee controcorrente!
Bru
Io quella cartolina la ricevetti. Anzi, era una telefonata. Ma i miei genitori hanno sempre creduto che l'arte fosse una cretinata. Non la televisione d'adesso eh...mica parlo di roba da sgallettate. No: l'arte vera. Allo zecchino d'oro non mi mandarono, alle medie volevo iscrivermi nella sezione musicale ma loro mi segnarono a lingue, alle superiori volevo frequentare l'artistico ma mi dissere che "c'era brutta gente". Per loro l'arte era niente. Non che fossero con la puzza sotto il naso, hanno accettato i miei improbabili explua' estetici adolescenziali senza batter ciglio. Figurati, me li ricordo farsi le canne. Ma proprio chiusi sotto certi aspetti. Si sono ritrovati una figlia che ha dipinto i visi dei bambini da animali come lavoro, che si e' esibita in Piazza con spettacoli di Arte di Strada, che cuce e fa all'uncinetto i vestiti, che crea cio' di cui vive.
Arte e sport possono essere fonte di energia, di vita, di felicita'. Se a sceglierlo sono i figli pero'.
Il fatto e' sempre li': ascoltare, capire cosa piace ai piccoli e sottolineo ai piccoli. Ciao RIc, sempre un piacere leggerti :)
Grazie Ric anche per questa perla. E gratta gratta "Bellissima" è sempre quanto mai attuale, come del resto i grandi capolavori senza tempo.
Patrizia
p.s perché non ti vedo da Fiorello? Ah dici che stai arrivando? Va bene aspetto...
come ha detto già patrizia..."bellissima" è sempre attuale!!! io cambio anche alle pubblicità di quei programmi...non sopporto bambini che cantano canzoni da adulti e ne imitano voci e movenze...Rossi, togli le parole da bocca!!!
...quanto hai ragione...!! Ciao, Claudio
Passo ogni giorno per cercare un po' di "Rossipensiero"... Grazie per farmi riflettere ogni volta! :)
sei il mio maitre à penser preferito!
sei il mio maitre à penser preferito!
Verissimo!!!! Ti ringrazio perchè hai dato 'voce' ai miei pensieri. Non mi sono mai piaciute le trasmissioni 'canore' dei bambini. Loro hanno la loro età e fino a che cantano nello 'Zecchino d'oro' può essere un gioco, ma quando devono impegnare i palcoscenici delle trasmissioni serali, diventa un lavoro. Se una qualsiasi azienda facesse lavorare ragazzi al di sotto dei 15 anni è punibile (lavoro minorile, sfruttamento ecc. ecc. ....) ma in televisione (la legge dell'"apparire" è più forte)diventa lecito, anche se poi per aggirare l'ostacolo si fa votare 'la canzone' e non 'il cantante'. Facciamoli crescere un po' alla volta questi nostri figli che per assaporare le gioie,i dolori e i bocconi amari da ingoiare in nome del 'duro lavoro' ne avranno di tempo!!!!!
Dio bono quanto hai ragione...Lasciamoli in pace sti' bambini, già sotto stree. Ho intravisto una sera quel Gianluca (?) Imparato...povero, è già un disadattato, perchè sta crescendoe non è più un bambino prodigio!?! Mercy mercy please
Riccardo,
ti ho visto a teatro e mi sono commossa alla tua lettura della lettera alle donne.
Quando ho detto a mio marito "che profondità di pensiero per uno che non è sposato" mi ha risposto "perchè non è sposato".
Riccardo.. non c'è speranza vero?
Direi proprio di no!
premessa doverosa: io di figli non ne ho, ma ho 4 nipoti, per cui posso commentare...
Quando, per una ragione di zapping, transeo per quei programmi, mi viene in mente "Little Miss Sunshine" ma soprattutto ho l'imulso di prendere a sberle i genitori! Parcarità....
grazie per la dritta triestina, sono di Udine per cui facile che ci andrò sabato prossimo!
tutti i miei "libroni" sono presso l'asilo infantile di San Daniele del Friuli...mai cosa fu data in beneficienza con tanto dolore...
mandi
maggie
Bellissime parole! Sei un genio :) http://sellamarco.blogspot.com/
ho la stessa sensazione vedendo quei programmi... se proprio ce n'è bisogno di queste trasmissioni, ai bimbi non potrebbero far cantare canzoni adatte alla loro età??
Credevo fossi l'unica a pensare quanto siano assurdi quei programmi per baby cantanti, ti spiego.
Tempo fa,non so più se sulla Rai o su Mediaset, m'imbatto in un duetto stravagante: una bimba bionda di circa sette anni,vestita come Alice nel Paese delle Meraviglie (ma chi è il costumista? Erode forse?) s'impegnava con Cocciante nel brano Questione di feeling. Cocciante grazie a Dio limitava i crescenti vibrati, ma la ragazzina era come rapita da un'estasi pseudoerotica. Da brivido. D'orrore!
bravo, verissimo, sono programmi kitch e mielosi, grrrr..; in piu spesso i bimbi urlano invece di cantare!!
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