Andate a vedere il film di Ferzan. Un gruppo di attori ormai fantasma restano intrappolati dal dopoguerra in una casa di Monteverde a Roma in attesa di essere liberati da un ragazzo che diventa loro amico oggi, nel 2012. Mi chiedo: ma un regista lo sa cosa scatena nelle teste di chi poi vedrà il film, quando butta giù due righe con uno sceneggiatore? Immaginate la prima riunione: “Che ne dici di un ragazzo che prende in affitto una casa dove abitano dei fantasmi?”. E l’altro: “Perché no?”. E via! Cominciando a lavorare per farci viaggiare insieme a loro qualche mese più tardi quando una lampada si accenderà su una bobina di pellicola proiettando le loro idee sugli schermi della nostra mente, ecco perché se volete perdervi nei meandri di una storia che potevano raccontarvi in un’altra vita, dovete prendere un autobus, o meglio un tram, e buttarvi dentro un cinema dove lo fanno. Andatevelo a vedere se vi piace essere portati per mano da un uomo, Ferzan che, turco, ci conosce meglio di noi stessi, capace ogni volta di raccontarci storie davanti allo specchio per farci vedere come siamo veramente, o cosa diavolo vorremmo essere, veramente. Se volete vedere TUTTI gli attori in grado di recitare TUTTE le battute del film bene, senza una stonatura che vi distragga da tutti gli altri reparti del film: se volete rivedere Anna Proclemer e capire quanto è bello sentire i toni di voce modulati secondo le esigenze, che solo l’esperienza di una vita può far suonare in quel modo, se volete ammirare la bellezza e la giustezza di tutti gli altri (Beppe Fiorello dovrebbe uscire di casa così tutti i giorni!). Se volete vedere una serie d’inquadrature illuminate come un dipinto grazie alla bravura del direttore della fotografia, Maurizio Calvesi. Se sognate una casa come quella, scenografata a Cinecittà, ma che vi sembra proprio quella dove avete vissuto i momenti più belli della vostra vita, dove ogni angolo vi ricorda qualcosa e ha un profumo diverso secondo le ore del giorno. Se volete ascoltare le canzoni (come Perfidia cantata da Nat King Cole) che vi fanno sentire meglio all’istante e al cinema pensate a quanto siete scemi a non averle ancora messe sul vostro iPod. Se volete uscire dal film leggeri e pieni di speranza e riflettere sulla vostra esistenza e capire che veramente non è mai troppo tardi fino a quando non si scrive la parola fine, andate a vedere questo film che, come tutte le cose vere della vita, ti fa ridere e ti fa piangere. Perché se nella vita non riuscite a fare a meno dei vostri fantasmi tanto vale farseli amici.
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7 commenti:
adoro questo film e questa recensione entusiasta...ne avevo parlato bene anch'io sul mio blog senza averlo ancora visto, fidandomi a scatola chiusa :)
ciao, Charlotte
http://www.theblogilike.blogspot.it/
Grandissima recensione. Andrò sicuramente.
Se la fantantistica foto in bianco e nero si riferisce al film,deve essere davvero entusiasmante: il ragazzino paffuto,con la sua camicia stropicciata appare immobilizzato per sempre nella sua epoca.
La fotografia e le luci nei film fanno sempre la differenza.
Grazie del consiglio.
senti come stona "giancarlomorelli@tragliatella: egli vede i vostri twitter! e purtroppo sente le critiche degli invidiosi!!!" ...una pena infinita
Una recensione appassionata! Come solo tu potevi fare!
Grande Riccardo!
Mi ricorda tanto il film di Pietrangeli "Fantasmi a Roma"
Quando leggo l'opinione di qualcuno che, come fosse tuo amico, ti racconta ciò che lo ha appassionato, in questo modo, mi chiedo sempre perché c'è chi lo fa di mestiere tanto male
bravo
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