È incredibile come il primo passo che stendi sull’asfalto perché hai deciso che oggi vai a piedi, ti faccia sentire il principe della strada, ti sembra che tutti vadano più lenti di te, e credi di essere l’unico a camminare con quel passo spedito e risoluto che DA SEMPRE accompagna tutta la tua vita in qualsiasi circostanza. Quel nastro di catrame, quell’insieme ordinato di sampietrini, quel lastricato di basalto ti sembra un tappeto rosso che ti porta di filato al successo, sfila veloce sotto i tuoi piedi come un tapis roulant impazzito, e non fai in tempo nemmeno a notare i suoi cambi di superficie che sei già arrivato...
È incredibile come il primo colpo di pedale a bordo di una bici dia sempre un nuovo significato alla parola movimento. Metti la punta della scarpa da ginnastica (molti la chiamano sneakers, io non riesco) sul pedale, carichi il ginocchio indietro come per prendere una rincorsa, spingi la gamba in giù: miracolo, quella parte, e un po’ di fresco in faccia di colpo ti toglie tutti gli anni che hai accumulato da quel giorno in cui hai detto a tuo padre che ti teneva il sellino da dietro: “lasciami, ci so andare da solo!”. Ti sorprendi a suonare quel campanello in un modo diverso dal clacson, questa volti SEI TU che passi, non la tua macchina, ti viene in mente che comunque è meglio il “drin-drin” che il “ding-dong”, e lasciamo stare la sensazione che provi a risentirlo, perché lo sguardo invidioso degli altri pedoni al tuo passaggio è troppo gratificante: domani dovranno tirare fuori la bici anche loro...
È incredibile come il primo colpo che dai con la mano serrata a tavoletta in una piscina ti faccia sentire libero come un pesce anche nel chiuso di una vasca da pochi metri, ti basta un costume da bagno e un paio di occhialetti, per il resto sei solo tu e l’acqua che ti circonda come una vita fa nel grembo materno. È solamente mentre nuoti, grazie a quei movimenti che ancora ti stupisci di avere imparato troppo tempo fa, che ti senti addosso tutto quello che sei con pregi e difetti ma, guarda un po’, più leggero, meno pesante
(grazie al principio di Archimede, che ti torna in mente pure quello). Bracciata dopo bracciata, a prescindere da quanto ci metti, ti sembra che avere l’acqua nelle orecchie sia l’unico momento della tua vita in cui ragioni davvero: ti serve quel gorgoglìo per capire che nella vita alla fine basta muoversi. E da oggi è il tuo principio. Come quello di Archimede!
PS: nella foto un uomo in bicicletta
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7 commenti:
oh Riccardo, ma come non sei tu nella foto???
Posso aggiungere quanto sia incredibile quando ti trovi davanti una salita in montagna e pensi"non ce la farò mai" e invece poi arrivi in cima e ti sembra che con i litri d sudore hai lasciato a valle anche litri di "arrabbiamenti" stagnanti e che ti senti nelle gambe quel pizzicorino che ti invoglia a andare più su......
ciao
Sabrina
Ric, temo tu abbia dimenticato/sorvolato su una cosa: quella sensazione magnifica (che potremmo riassumere con le parole "sentirsi di nuovo vivo") ha la stupenda caratteristica di ripresentarsi OGNI SANTA VOLTA che si alzano le chiappe dalla sedia e ci si mete a camminare/correre/pedalare/nuotare/metteteci-quel-che-volete. Insomma, ogni volta che riusciamo a scollarci da scrivanie, pc et similia cui il nostro lavoro ci incatena.
post molto evocativo...mi piacciono da morire
avresti dovuto vedermi quell'agosto del 2006, in cui feci la prima settimana di ferie da sola, al mare: il primo giorno dormii, poi noleggiai una bici e già dalle prime pedalate ridevo da sola per la felicità, e più cercavo di trattenermi e più ridevo, pedalando.
Ottimo post, io quest'estate ho in progetto di fare Cuneo-Trieste in bici. Comincia tutto dal primo passo, anche l'impresa più difficile.
Ciao Ric,
devo complimentarti per la tua incredibile capacità di esprimere esattamente le sensazioni che in molti proviamo. è un dono...
La piscina l'ho scoperta anche io recentemente: basta un costume da bagno e mi sento libera e LEGGERA (in tutti i sensi :D) almeno 2 volte a settimana. E non c'è studio,cinema,uscita che tenga. Dovrebbero imporlo alla gente,soprattutto qui a Milano! Sai come si rilasserebbero tutti!... Però non mi sentirei più "privilegiata" nel camminare per strada a passo semi-lento con un sorrisetto stampato in faccia, quelle bellissime 2 volte a settimana.
Sara
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