Partendo dal presupposto di un famoso proverbio "la
bara non ha tasche”, voglio
cominciare a usare PER FINIRLE, tutte le cosette, le minutaglie che albergano
in una casa, cose che si tengono così, senza motivo, o per futili motivi, per
averle dimenticate in un cassetto, per pigrizia, per tenerle. Una su tutte? I
fiammiferi. Nei ristoranti, spesso quelli dove hai già deciso di non tornare
mai più nella tua vita, all’uscita vicino alla cassa, accanto al pos per
capirci, c’è una boule con centinaia di scatolette di fiammiferi con il logo
del ristorante: infilarci una mano a rostro dentro per acchiapparne una
manciata è un attimo. Quando torni a casa li butti in una scatola di
palissandro sul tavolo basso del salotto pensando che se un giorno ci fosse una
guerra non ti mancherebbero. Che ci faremo mai invece? Niente, per tutta la
vita non ne useremo uno che è uno. Forse una volta, per accendere una sigaretta
a una ragazza che andrà via subito dopo averla finita.
Per non parlare poi di quando ci troviamo ospiti di un albergo
pazzesco (che non paghiamo noi, chiaro) che in bagno ha tutto il necessario per
pulirsi in modo definitivo: saponette magnifiche, shampi, bagnischiuma, la
crema body lotion, 4 cotton-fioc, la limetta per le unghie, la cuffia, il
dischetto per togliersi il trucco (tutta quest’ultima robetta sta nel “vanity
set” che non è un vademecum per accrescere la propria autostima e farcela nella
vita come invece speravo). Tralasciando gli asciugamani (è furto), tutto il
resto vola in valigia e poi si sa dove finisce: a casa nostra, in bagno nel
cassetto del mobiletto bianco. Dimenticato. Ma non bisogna poi andare tanto
lontano per trovare questi campioncini. Faccio un altro esempio: l’altro giorno
ho ritrovato un DVD special edition di “La piscina” con Alain Delon e Romy
Schneider (due mostri d’attori di una bellezza agghiacciante, ho dovuto mettere
gli occhiali da sole da quanto mi facevano male gli occhi a guardarli!), e la
scatola del DVD era troppo spessa tanto da chiedermi “ma quanti dvd di
contenuti speciali ci saranno mai?”. Invece dentro c’era solo un campioncino di
“Eau Savage”, pazzesco tra l’altro, che appunto sto finendo (è proprio da
questo film che è tratta quella foto meravigliosa per l’omonima fragranza).
Il concetto però è questo: basta di prendere in giro questa
roba: non si accettano più campioncini omaggio nelle profumerie, né si
strappano quelli di Io Donna o di Vanity Fair. Perché io voglio vedere quanto
tempo passa prima di sterminare tutte queste cianfrusaglie, e una volta a secco
SCEGLIERE PERSONALMENTE il mio profumo e miei fiammiferi*. Oltre a ritrovarmi
una casa di 4 metri cubi più ampia. ARIA!
* PS: cioè Eau Savage e gli svedesi.