Le ore di nessuno sono quelle del mattino presto o della
notte tardi.
Il momento di trepidazione scatta quando ci si scaraventa
sul letto dopo il venerdì notte passato in città in giro a far finta che nella nostra vita tutto vada a
meraviglia. Ed ecco che sorge il sole del sabato mattina, ci si alza senza la
sveglia e guarda caso, proprio oggi che non hai obblighi contrattuali, alle 6
sei un grillo “proprio oggi che potevo dormi’!”. Un frigo spalancato ti
abbaglia con il suo neon mentre prendi il barattolo del caffè che stamattina ti
preparerai con una lentezza magistrale. Te lo prendi un biscotto? No, sei uno
straccio e vuoi che nel tuo stomaco sciacqui solo quella pozione magica, capace
di farti capire che hai tutto il giorno per fare quello che ti pare, perché
durante le ore di nessuno non deve
succedere niente, se non quello che hai deciso tu. Non apri le imposte, ti è
bastata la luce del frigo, ma senti che dalle persiane chiuse filtra l’aria
fresca del mattino, vuoi uscire di casa per fare un gesto che il computer ti ha
tolto: comprare il giornale di carta. E andare al bar con la sua luce calda
accogliente e quel profumo di strutto: guarda come te lo prendi un altro caffè,
e pure il cornetto adesso te lo mangi, eh? Ma sei nell’ora di nessuno, la tua,
e fai quello che ti pare.
Stamattina ti senti un altro, ti senti padrone del tuo
tempo, puoi fare tutto quello che vuoi e mentre leggi il giornale pensi a tutte
le magnifiche opzioni che ti si prospettano, te ne vengono in mente mille ma
nessuna ti convince fino in fondo. Quello che hai bene chiaro in mente è quello
che non vuoi fare: organizzare. Quindi no Ikea, no mare, no corsa al parco, no
niente. Adesso leggi e basta poi vediamo, ma la testa non si ferma, non le pare
vero di stare su una pista vuota dell’autodromo del tuo sabato, ma oggi quella
testa deve capire che c’è solo una strada da percorrere, si chiama Via Te
Stesso, non ti sembra possibile, ma il cartello proprio questo recita. Il caffè
è finito, è il secondo della giornata, ne ordini un terzo, mentre ti accorgi
che il bar si sta affollando (pure di sabato) ma dalle facce di quella gente
passa quell’espressione che ti fa capire che anche loro hanno passato la tua
stessa serata di ieri.
Invece nella notte, le ore di nessuno hanno un altro suono,
quello del silenzio degli altri. Non devi difenderti da niente e se non da
quella testa che al buio vede meno. Non trovi quel sonno di cui stanotte non
senti la mancanza e giri per casa lentamente, e nulla di quello che vedi sembra
avere un senso, anzi: pensi che tutto quello che hai non ti serve più. Pensi
che una casa vuota e bianca è tutto quello di cui hai bisogno. Ma solo del
tempo che stanotte è tuo e ci faccio quello che voglio.
Ma mentre rifletti, ti ritrovi in bagno con una chiave
inglese per cambiare il filtro frangi-getto del lavandino del tuo bagno. Non
guardarti allo specchio, non devi renderne conto nemmeno a lui, nell’ora di
nessuno.
La tua.