venerdì 12 febbraio 2016

Moka Express forever

Quando un vecchio industriale se ne va lasciando in eredità a tutto il mondo un solo grande prodotto che ha il suo nome, senti che succede come per la scomparsa di un attore o di un cantante che ti piaceva: per fortuna rimangono i suoi cd o suoi dvd. Nel caso di Renato Bialetti, figlio dell’inventore Alfonso, rimane “la” caffettiera per antonomasia: la Moka Bialetti. Che rimane uno degli oggetti “eterni” della nostra vita e che, pensateci bene, senz’altro ci sopravvivrà: io stesso uso ancora quella di mia nonna che al mattino se ne beveva una intera da 6 DA SOLA inzuppandoci gli avanzi dei panini all’olio che mi comprava.
Fatto sta che la prima cosa che compri quando vai a vivere da solo è proprio una caffettiera, perché vuoi mettere la soddisfazione di farti il tuo primo caffè da solo, a casa tua? Ti sei alzato dal tuo letto, nella tua camera da letto, vai in cucina e non c’è nessuno, la prendi, la apri, metti l’acqua fino alla tacchetta, e comunque sotto la valvola, metti quell’imbuto, che lentamente galleggiando scende giù e poi apri la tua busta di caffè che ti sei comprato apposta, con un cucchiaino ce lo versi lentamente, a piccole dosi, e in quel momento ti vengono tutti in mente i trucchi che vedevi fare a tua nonna (i tre buchi, oppure lo schiacciava, oppure lo radeva a filo, oppure faceva una collinetta, oppure “fai come ti pare”). Finalmente la chiudi, ti sembra di aver costruito una casa, accendi il gas e la metti sopra. Via. TUTTO DA SOLO. Nel frattempo prendi la tua tazza preferita, le fette biscottate Gentilini, la marmellata all’albicocca, accendi la radio, fai questa cosa per la prima volta forse, la radio in cucina, parliamo comunque di una Tivoli iPal, e attenzione: pochi secondi ancora e senti uno dei più bei rumori della tua vita, un rumore così bello da sembrare un suono. Si tratta del gorgoglio più musicale al mondo e lo fa solo lei, LA TUA MOKA EXPRESS, così si chiama, marca Bialetti. Mentre ti bevi quel caffè, il primo fatto da solo nella tua prima casa da solo, senza nessuno in giro, (te lo dico subito che è il caffè più buono della tua vita, non te lo scorderai mai più), ti sentirai come un re! E vorrai bene a quella macchina che ti resisterà negli anni, perché tu ancora non lo sai, ma quella macchina è composta di pezzi, che puoi sostituire se si rompono, perché quegli oggetti erano costruiti in un modo che si potevano riparare. Non esisteva la parola buttare all’epoca in cui Alfonso la inventava. Quindi un giorno ti comprerai la chiave inglese (la numero 9) per sostituire la valvola, il manico, il coperchio e anche solo quel pomellino ottagonale, l’imbuto, il filtro, la guarnizione e quella caffettiera ricomincerà a farti quel caffè straordinario. 
Quindi grazie Alfonso e Renato: voi non ci siete più ma la vostra moka sì, e io ve ne sarò sempre grato. Perché quella caffettiera mi ha visto crescere!


2 commenti:

valda64 ha detto...

Sante parole! Anche io continuerò sempre ad usare la moka, è imbattibile! Con il caffè appena macinato della mia torrefazione preferita e, per ricordare i tempi di quando ero bambina, il pane casereccio grigliato come usava farlo mia nonna, che profumo in cucina, profumo di domenica mattina :) grazie per i bei ricordi tornati alla mente!

Anonimo ha detto...

Sono passato alla macchinetta a cialde per motivi di tempo ma quando ho qualche minuto in più riprendo la cara vecchia Moka e mi rendo conto che il caffè con la Moka non si batte.

Guido