Ho creduto ai cartoni animati.
Ho creduto che una madre potesse essere uccisa dai
cacciatori e mio padre potesse essere talmente severo da farmi crescere troppo
in fretta per poter essere ancora un cerbiatto che giocava con un coniglio.
Oppure che una madre potesse essere portata via perché
considerata pazza solo perché voleva proteggere il figlio da chi lo prendeva in
giro per le sue orecchie...
Ho creduto allora che una pantera potesse insegnarti la vita
e metterti in guardia dai suoi pericoli, quei pericoli che pensavo potessero
arrivare solamente da quelli come quel serpente, e invece avevano altre facce,
diverse, ma che a volte credevo amiche...
Ho creduto che i gatti fossero essere nemici dei topi per
poi scoprire che a volte proprio i topi possono dare una dritta a quei gatti
che non se l’aspetterebbero...
Ho creduto che un gatto del Colosseo potesse sposarsi con
una gattina dell’alta società anche se parlava un’altra lingua...
Ho creduto che un cane potesse farmi trovare la donna della
mia vita facendomi fare un bagno solo perché lui voleva conoscere la “sua”
ragazza.
Poi sono cresciuto e ho saputo che Walt Disney forse era una
spia dei “comunisti” in America.
Ma poi ho visto anche il film su Trumbo, lo sceneggiatore
sotto falso nome di “Vacanze
Romane” vessato proprio dal maccartismo, e ho capito che Walt era uno sciocco e
forse anche un ignorante, anche se ha costruito una città che porta il suo nome
e che riesce a farmi sentire quel Peter Pan che non smetterò mai di essere mio
malgrado.
Ma poi ho letto che Marcello Mastroianni (che ha fatto
quello che voleva tutta la vita) ha passato i suoi ultimi giorni guardando
questi cartoni animati in VHS, e ho capito che alla fin dei conti all’uomo
basta sentirsi raccontare una favola nei momenti brutti della vita per sentirsi
un po’ meglio...
Del resto, quanto ci basta poco, no? Una cena tra amici (che
è sempre al primo posto, si sa); un lavoro che almeno per il 50 % assomigli a
quello che volevamo fare da piccoli, compreso il pompiere, che quando passa
ancora oggi non riesco a non guardarlo, mentre guida quel camion altissimo,
senza fargli un sorriso misto a rispetto per quel coraggio che non avrò mai; una
bella canzone da ballare con la ragazza che ti piace, un abbraccio con l’amico
con il quale hai litigato e magari lui nemmeno lo sa; una carezza alla tua ex
che ti ha fatto tanto soffrire tempo fa, troppo, e quindi basta! Quella sera
che “Stasera mi faccio una sigaretta... -
Ma tu non fumi! - E che mi frega?”
E poi, non ultima, la certezza che domani mattina ci faremo
un bel caffè presto e saremo pronti a ricominciare questa follia che tutti chiamiamo
vita.
PS: ma stanotte, mentre sto scrivendo, voglio ringraziare i
miei amici di quando ero piccolo: Bambi, Tippete, Dumbo, Bagheera, Kaa, Pongo,
Peggy, Scat Cat, e pure Walt, perché due idee ce l’ha avute pure lui!