Chi ti conosce poco in realtà è chi ti conosce meglio,
perché conosce la parte più vera di te, cioè la peggiore.
Il buongiorno si vede dal mattino, no? E infatti lo scanner
della tua vera personalità comincia proprio dal primo caffè al bar sotto casa,
dove a volte nemmeno serve salutare se non con un sopracciglio, e i baristi al
bancone ti guardano e ti osservano (spesso senza nemmeno volerlo) tutti i
giorni della tua vita per 5 minuti e da quello che ordini hanno già capito
tutto di te. La persona che loro preferiscono è ovviamente quello che del “un
caffè” e basta, (comunque un “chiuso”), ma il resto della clientela è
costituito da persone che ordinano varianti a tutto: un caffè corto,
macchiato-caldo, macchiato-freddo, lungo, macchiato, corto-schiumato, cappuccino
con latte tiepido, con latte a temperatura ambiente, con latte freddo, col
cacao, oppure il peggiore di tutti: un bel cappuccino caldo! Perché, gli altri
sono brutti? Oppure, un caffè lungo in tazza grande con un po’ d’acqua calda a
parte...
- Un americano!
- No: non è americano, è all’americana!
Il cornetto, mal cotto, cotto male (che è diverso), cotto
poco, liscio, vuoto, semplice, normale, pieno, de che? marmellata? quale?
albicocche o amarena? un danese, ma senza uvetta, ma senza canditi, ma con la
crema, ma poca, allora non lo prendere... insomma: come vuoi che ti giudichino?
Hanno in mano tutte le tue paranoie, le insicurezze di cui sono figlie, tutte
cose che con altri tieni nascoste per non fare brutte figure, ma al bar non ci
stai attento! Solo a un amico puoi chiedere di avere la pazienza di sopportare
tutti i tuoi difetti, è lui che può avere, dovrebbe avere, quell’indulgenza che
si riserva alle persone con le quali hai condiviso talmente tante cose che
ormai la confidenza è come quella che hai con te stesso. Quando avrai un
dispiacere troverai sempre quella spalla sulla quale appoggiarti, ma quando
avrai bisogno di un consiglio dove serve un po’ di distacco, l’amico è troppo
coinvolto e non può avere quella lucidità richiesta dalla questione che poni. È
troppo coinvolto, e quindi non vuole rischiare di addolorarti, magari per non
perderti come amico.
Questo compito lo possono assolvere altri interlocutori, per
i quali non sei un amico, sei un cliente. Insomma il peso netto di una persona
lo si ricava da brevi, “brevi”, continuativi momenti vissuti insieme, con regolarità,
in modo da tessere un filo che li leghi per emettere una sentenza. Spesso
impietosa ma onesta.
Ecco perché quando ti vuoi sposare una ragazza per la quale
hai perso la testa, fossi in te, la porterei prima al bar, farei ordinare tutto
a lei, farei decidere tutto a lei, ma poi guarderei lui.
Il barista.
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