Quando ogni anno a giugno arrivano i giorni della maturità, mi fanno sempre un certo effetto, anche se sono sempre più lontani, quel traguardo dell’epoca mi sembra sempre più vicino, chissà perché, forse perché era stata la paura più grande della mia vita fino al quel momento? Boh...
Ma stasera ero a una cena di compleanno, di gente “grande”, peraltro come me e a un certo punto me ne sono andato sul balcone a prendere un po’ d’ aria e purtroppo ho guardato su in cielo: ho visto le stelle, il carro, ho pensato che solo dopo anni e anni capisci che tutte le costellazioni sono un bluff (le stelle non sono su uno stesso piano), ho pensato al mio motorino, un vespone, alla pioggia che prendevo senza parabrezza e a quanto mi rode se oggi piove (come in questo giugno), ho pensato a un amore perduto, a uno inutile e a quello che forse non avrò mai, ho pensato a tutte quelle cose che oggi mi sembrano facili da capire e che invece a 18 anni mi sembravano immense, ma che per presunzione sembravano a portata di essere umano. Ho pensato ai sogni che avevo e che oggi ancora ho...
Ho pensato, ho riflettuto, e per un attimo ho avuto ancora 18 anni, con tutta la loro incoscienza. Dov'ero una vita fa con i pensieri, cosa facevo, "cosa" ero? Stavo sui libri di scuola a sottolineare tutto quello che credevo potesse servire, senza gli evidenziatori, perché quelli ce li avevano solo i secchioni, e pensavo (mi sono ricordato esattamente come e dove: sempre sul vespone PX guardando quel meraviglioso contachilometri rotondo), che una volta che mi sarei tolto l'esame di maturità, la mia vita sarebbe stata tutta in discesa! Che avrei fatto quello che mi pareva e che i problemi non ci sarebbero stati più: "dài, quest'esame e poi è finita!". Ma non è fantastico?!? Solo a 18 anni puoi pensare una cosa del genere, davvero, la pensi, e pensi che sia vera, che sia la cosa più vera che hai pensato in "tutta" la tua vita. Non sai che da settembre, dopo il viaggio del "che ne sarà di noi", ti ritroverai con tutto quel tempo in mano che dovrai organizzare in base a una decisione che si chiama "e adesso che faccio?" Ma non devi pensarci adesso, adesso devi pensare a "quell'ultimo scoglio" che la vita ti mette davanti.
Fatto sta che su quel balcone alla cena, improvvisamente si è avvicinata una mia amica con un gin-tonic dicendomi "non ci pensare!". È stato fantastico risvegliarmi in un secondo da quell'incubo nel quale ero finito.
E indovinate un po’ che musica è partita sull’iPhone quando sono tornato a casa? "September" degli Earth Wind & Fire, guarda un po': il mese degli esami di riparazione!
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